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Sono passati quasi tredici anni, esattamente nel 1999 quando comprai il primo computer. Non avrei mai immaginato come potesse una macchina più piccola di una valigia avere una potenzialità di calcolo superiore a qualsiasi mente umana e nello stesso svolgere determinate funzioni come il salvataggio di milioni di dati (informazioni) con un semplice click. Nei primi tempi, dopo varie ricerche nel mondo informatico, la mia attitudine era quella di cercare un software per sviluppare le mie idee musicali uscendo dagli schemi del genere classico. Quindi, dedicai il computer esclusivamente alle mie esigenze per le programmazioni e composizioni, tramite il protocollo MIDI e i VSTI che erano a disposizione in quegli anni per la realizzazione di musica elettronica e non solo, anche sperimentale. A distanza di un anno circa, dopo una chiacchierata con un mio cugino in quanto era molto più informato di me sui software e sui computer, mi propose di istallare un software dedicato esclusivamente alla grafica più avanzato e aggiornato rispetto a quello di base che era incluso nel pacchetto del sistema operativo. Solo al pensare, che un software mi dava la possibilità di realizzare grafiche più complesse, digitalizzare le foto con impostazioni personalizzate , creare degli archivi specifici, ritoccare le immagine rovinate dal tempo, tutto questo mi incuriosiva sempre di più soprattutto quando iniziavo ad avere una certa manualità o meglio dire padronanza sia del computer che del software. Come in tutte le cose, ci sono i PRO e i CONTRO… non sempre l’oceano delle idee e della creatività che immaginiamo possono essere uno specchio dove tutto è possibile soprattutto quando le fantasie non saranno mai infinite perché le regole e i limiti sono il frutto dell’opera finale. Con quest’ultima espressione filosofica, sottolineo il fatto, che anche i computer hanno dei limiti, sopratutto quando ci troviamo ad elaborare una quantità di dati superiore alle capacità di calcolo della macchina. Quante volte ci siamo trovati a dover perdere tutto il lavoro perché il computer ha un blocco introspettivo? Quante volte un messaggio d’avviso indica che la R.A.M è insufficiente? Quante volte un messaggio d’avviso indica che non è possibile effettuare il salvataggio dei dati sul quale si stava lavorando? Beh! Tutto questo mi intrigava al punto, che la mia ricerca in merito ai primi passi nel mondo dell’arte-digitale non doveva soffermarsi alla semplice elaborazione di una fotografia digitalizzata sfruttando solo i plugin che il software metteva a disposizione (Opera1.1) o (Opera 1.2). Invece, dovevo sfruttare al meglio la mia intelligenza ”ragionamento” trovando un equilibrio tra la mia creatività e le potenzialità del computer messe a disposizione, restando dell’idea che il computer senza i miei comandi è una macchina inutile incapace anche di spegnersi da sé quando è stanco, “si blocca ma non si spegne”. Non del tutto convinto come già ribadito che l’elaborazione di una semplice fotografia mi appagasse pienamente, ho convertito la mia creatività e ricerca nel mondo del graphic-design “astratto” (Opera 1.3) o (Opera 1.4) suscitandomi un maggiore interesse per il semplice motivo che la realizzazione di elaborazioni grafiche un tantino complesse già dai primi passi come inventore-creativo hanno trovato in me un’ispirazione maggiore, dove spesso un opera verrà iniziata e non sarà mai finita per una serie ti motivi che riassumo in due vocaboli: “ricerca della perfezione”. Con tutto questo cosa voglio dire? Che spesso le cose che idealizziamo e che vorremmo ottenere come risultato finale della creatività di ognuno noi -dopo essersi imbattuti tra una marea di: ragionamenti, calcoli-matematici, effetti, colori, campionature, codici, studi -può essere distruttivo. In ogni domanda non sempre c’è una risposta. Anche se la stramaggioranza delle persone, fino a pochi anni fa vedeva l’arte-digitale non ancora affermata adiacente alle forme d’arte storicamente consolidate come scultura – pittura - disegno, per nostra fortuna qualcosa è cambiato in senso propositivo riscontrando un maggiore interessamento da parte del collezionismo verso le nuove tecniche utilizzate, tralasciando l’idea che a farla è un computer. Quindi, guardando oltre le tecniche e gli strumenti tradizionali, proviamo ad associare questo; tela/monitor – pennello / mouse o pen tlabet. Un opera d’arte-digitale, è il risultato di un lavoro, di una ricerca e di uno studio che ha parallelamente radici profonde nell’arte tradizione con la differenza che gli strumenti e le tecniche di espressione sono mutate nel tempo, “tempi analogici e tempi digitali”. (In: “D’A” 3-4/pag.45 Edizione Lug/Dic 2012)

 

 

 

 

 

 

Dagli inizi del 2000 si è dedicato alla ricerca nel campo del Graphic_Design di alto livello ricorrendo a particolari elaborazioni d’immagini al computer, sfruttando il code di campionatura dei colori, riconosciuto attualmente dalla critica popolare internazionale unico nel suo stile.